E’ passato un salesiano…

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E’ passato un salesiano…

Il racconto della storia vocazionale  di don Paolo, don Aldo e don Erminio, nel loro 50° anniversario di ordinazione presbiterale.

 

Paolo Serpi da Sant’Antioco, classe 1940, Aldo Meloni ed Erminio Lai entrambi da Lunamatrona, e coetanei, classe 1942.

Sono i tre sacerdoti salesiani che sabato scorso hanno celebrato mezzo secolo dalla loro ordinazione. Festa grande nel cortile dell’Istituto don Bosco di Cagliari, insieme a confratelli, religiose salesiane, cooperatori e fedeli. Per tutti e tre la gioia del traguardo e il bilancio di quanto vissuto in 50 anni. «È venuto un salesiano al mio paese – esordisce don Paolo quando avevo 17 anni e mi ha chiesto se volevo studiare e diventare sacerdote. Io, contentissimo, accettai e mi trasferii con lui a Chieri, in Piemonte. Li ho conosciuto meglio i salesiani e me ne sono innamorato ed ho voluto restare per sempre con loro».

«Io ho cominciato ad andare a scuola a 13 anni – prosegue don Erminio – grazie ai salesiani. Mio babbo voleva che io studiassi, ma non avevamo i soldi, e così il mio parroco mi aiutò e mi suggerì di andare a studiare ad Arborea dai salesiani, perché loro aiutavano i ragazzi che non potevano permettersi di pagare una retta per la scuola. Lì ho conosciuto dei salesiani che non potrò mai dimenticare, sono stati miei insegnanti e assistenti: don Pasquale Bellu e don Giuseppe Denti, a cui ero molto affezionato e che mi hanno fatto innamorare di questo stile di vita». Gli fa eco il compaesano don Aldo: «I salesiani sono venuti a Lunamatrona – dice – e mi hanno proposto di studiare a Gaeta e sono andato con loro.
Così lì ho conosciuti meglio e me ne sono innamorato, perché mi è sempre piaciuto stare con i ragazzi».

Quanto alla scelta vocazione don Paolo ha sempre desiderato essere sacerdote. «Quando ero giovane, alcune persone – racconta – mi dicevano che sarei dovuto diventare prete, ma non avevo soldi per pagare gli studi in seminario. Quel salesiano che incontrai mi fece l’offerta di studiare e disse che mi avrebbero aiutato loro a pagare la retta e allora io accettai subito». Anche per don Erminio è stata «la conclusione più adatta a me, per imitazione dei salesiani che hanno segnato la mia adolescenza con gioia» mentre per don Aldo la priorità sono stati i ragazzi. «perché sentivo che avevano bisogno di me, mi facevano compassione e sentivo che avevano bisogno di un sacerdote accanto a loro che li aiutasse e li consigliasse».

Nel corso del mezzo secolo di ministero sacerdotale i tre sottolineano un elemento comune: la centralità dei ragazzi nella loro vita. Per don Paolo sono tantissimi i bei ricordi «tutti legati all’oratorio, al cortile e agli eventi estivi che organizzavo, soprattutto destinati ai ragazzi più poveri e scapestrati delle città, dai 13 ai 17 anni di età. In particolare, sono molto legato agli anni trascorsi a Chieri e a Saluzzo, in Piemonte, dove sono stato per 38 anni. «Per me – dice con Aldo – è stato sentire che i ragazzi avevano bisogno di me come sacerdote, nella confessione, nel cortile, nello studio». Infine per don Erminio è stato bello «poter stare con i ragazzi e aiutarli o nell’insegnamento e nella vita religiosa».

A rileggere la vita di questi tre sacerdoti, che hanno speso la propria vita per la Chiesa secondo lo spirito di don Bosco, colpisce la centralità dell’attenzione ai più giovani, per i quali sono stati testimoni autentici del Santo che più di altri, ha avuto a cuore la vita dei ragazzi.

2 Risposte
  1. Loredana Mainas

    Tantissimi auguri a tutti e tre.
    Don Aldo lo conobbi nella colonia estiva di Solanas, dove per tre estati andai lì per lavoro: esperienza fantastica nonostante la mole di lavoro!
    Don Paolo invece lo conobbi quando abitai in piazza Giovanni 23esimo, all’ oratorio della Parrocchia di San Paolo.
    Salesiani nel cuore!

  2. ROSELLA

    Ciao don Paolo, ricordo con molto affetto quando sei venuto a Saluzzo, c’è stata molta sintonia con noi ragazze e ragazzi, ricordo l’estate ragazzi, i teatri, i cineforum, le messe con il nostro coro, le tue partite con i ragazzi dell’Auxilium calcio, le bellissime gite in montagna, l’austeriti, quando Grazia arrivava con il suo calesse e faceva fare i giri in oratorio ai ragazzi, il mitico pulmino che sfrecciava per le vie di Saluzzo, delle domeniche passate con Mario Vallerotto a dare i biglietti al cinema. Sei sempre nei nostri cuori ed è sempre una grande festa quando ritorni ogni anno per il Convegno exallievi ed amici di don Bosco, anche se i salesiani non sono più presenti dall’ormai 1981 ma da quattro anni il nostro Vescovo Cristiano a voluto ed ha ottenuto la presenza continua e costante di tre suore salesiani e noi siamo molto contenti, perché possiamo respirare quella salesianita’ che tu ci hai trasmesso negli anni passati con noi, ultimo gruppo prima della chiusura. Che dire, grazie per tutti gli insegnamenti ricevuti, a presto e cereia

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